domenica 31 gennaio 2010

Vivere Naturale

Vivere Naturalmente

Una prospettiva semplice per ridurre lo stress e aumentare il benessere


Oggi si parla molto di stress. Spesso se ne parla soltanto. Quasi sempre addossando la colpa per la nostra sofferenza a qualcuno o a qualcosa: al traffico, all’inquinamento, alla fretta, al capo, al partner, alla crisi, al tempo…

A rendere la questione sempre più confusa e aleatoria, le soluzioni che vengono proposte spaziano su tutti i terreni: psicologico, genetico, fisico, alimentare, ecologico… e, ovviamente, ognuno di essi a sua volta propone un certo numero di differenti soluzioni a seconda di distinti approcci, scuole di pensiero, filoni, orientamenti…

Un vero e proprio puzzle nel quale chi ambisce a trovare una soluzione semplice, efficace e con una logica multifunzionale rimane deluso o ulteriormente stressato di fronte alla complessità del panorama che ha di fronte.

Eppure una via maestra c’è, semplice e universale.

Questa via si percorre acquisendo consapevolezza su come funziona la MENTE umana. Mente che tutti abbiamo e che funziona in un modo pressoché analogo per tutti e, soprattutto, INDIPENDENTEMENTE dal sesso, dall’età, dalla cultura o da qualsivoglia altra variabile. Funziona con la medesima logica in tutti noi, nessuno escluso.

La mente umana per concepire qualsiasi stimolo cui viene sottoposta utilizza una logica duale in cui il soggetto che percepisce viene contrapposto all’oggetto percepito. Viene per così dire creata una separazione tra soggetto e oggetto, tra soggetto che sta qui e oggetto che sta lì, tra bene e male, tra vero e falso, tra prima e dopo…

In tutte le tradizioni orientali la consapevolezza di questa dinamica era presente e, in particolare, nella tradizione culturale cinese era molto ben rappresentata dal simbolo del Tao.


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sabato 30 gennaio 2010

Limoni, i pomi d’oro delle esperidi


La Teogonia di Esiodo descrive le Ninfe del Tramonto come Figlie della Notte, ma la mitologia greca le ha volute anche figlie di Zeus e Temi, Teti e Oceano, Forco e Ceto. La versione più accreditata le vede figlie di Atlante ed Esperide.

Il loro numero è incerto, pare comunque che fossero tre, Aretusa, Egle ed Espere, e che vivessero ai confini del mondo, ai piedi del cielo retto dal padre Atlante, in un giardino dove cresceva l’albero dai “pomi d’oro”, custodito dal drago Ladone, figlio di Tifone e Echidna. La leggenda

La dea Terra (Gea) per onorare le nozze tra Era e Zeus produsse degli alberelli rigogliosi dai Pomi aurei, emblema di fecondità e amore. Un bene assai prezioso e da presevare. Giove, infatti, timoroso di un loro possibile furto, decise di custodirli in un meraviglioso giardino, sorvegliato dalle Esperidi.Eracle, l’Ercole dei Romani, per volere di Euristeo dal quale avrebbe ottenuto l’immortalità, nella sua XI fatica ebbe come compito quello di rubare i preziosi pomi. Il mito, nella versione di Apollodoro, racconta che Eracle, consapevole del desiderio del padre delle Esperidi di cogliere i pomi, gli giocò un inganno, offrendosi al suo posto come reggitore del cielo: Atlante rubò i pomi, ma una volta compiuto il furto, Eracle, con la scusa di prendere un cuscino da porre sulle spalle, lo richiamò a reggere il celeste fardello. Atlante ingenuamente acconsentì, posò i pomi per terra e recuperò l’ingente volta, mentre il vigoroso eroe afferrò i pomi e li consegnò ad Euristeo.


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mercoledì 27 gennaio 2010

Carryng Capacity e Impronta Ecologica.







L’Ecologia umana può considerarsi come lo studio del ruolo sia dell’Uomo sulla natura sia della natura sull’Uomo; il suo interesse è rivolto a tutti quei processi attraverso i quali le popolazioni umane si adattano ai cambiamenti ambientali mediante l’eredità biologica e culturale. Essa valuta cioè l’importanza di tutti i processi che sono presenti e che agiscono sui singoli insediamenti umani considerati nella loro globalità. L’oggetto preminente di questo studio è dunque l’identificazione dei bisogni delle singole comunità umane e il modo con cui questi sono stati soddisfatti nel passato o lo sono nel presente e lo saranno nel futuro, in qualsiasi ambiente e località abitata dall’Uomo.


Marcello Andriola. Articolo completo su:

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lunedì 25 gennaio 2010

Ecologia e Fisica.


Premesse

Agli inizi della scienza moderna, circa tre secoli fa, la fisica nacque sostanzialmente come meccanica, soprattutto per opera di Newton. Il pensiero corrente della cultura occidentale è ancora oggi in gran parte ancorato alla visione del mondo che consegue dall’opera di Newton, sia per quanto riguarda i concetti di spazio e di tempo, sia perchè viene attribuita a gran parte dei fenomeni una natura essenzialmente meccanica. Inoltre, alla base della scienza “ufficiale” sta il dogma che il mondo materiale è effettivamente ed oggettivamente esistente, in modo del tutto indipendente dal mondo mentale-spirituale: la scienza di Newton ha cioè come premessa scontata l’accettazione acritica del dualismo cartesiano.

In altre parole, la scienza è nata assumendo come premessa ovvia - quindi senza alcuna garanzia dal punto di vista del metodo scientifico – una particolare visione filosofica, che avrebbe dovuto essere considerata al massimo come un’ ipotesi di lavoro: invece è stata forzatamente mantenuta fino ai giorni nostri.Infatti la scienza – nella sua versione ufficiale – resta legata ancora oggi alla visione cartesiana-newtoniana da cui è nata. Tutto l’universo, compresa la natura vivente sulla Terra, è assimilabile a una gigantesca macchina smontabile e ricomponibile: come conseguenza, la natura è priva di ogni rilevanza morale. L’uomo non ne fa parte, ma è qualcosa di superiore. Così è nata l’aggressione alla Natura, e quindi il problema ecologico.

E’ stato detto che la metafisica di un’epoca deriva dalla fisica dell’epoca precedente: in effetti oggi è vigente una visione del mondo meccanicista e materialista, che consegue dalla fisica dell’Ottocento e non dalle idee d’avanguardia nate nel secolo Ventesimo. La scienza stessa oppone fortissime resistenze ad ogni modifica di paradigma, cioè del quadro generale in cui vengono interpretati tutti i fenomeni.

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Guido Dalla Casa, autore del libro Ecologia Profonda

(articolo pubblicato sul numero di maggio 2004 della Rivista ALDAI)


venerdì 22 gennaio 2010

L'etica della Terra.











Premesse

Oggi sappiamo abbastanza bene che cosa è l’uomo: è un animale, fa parte in tutto per tutto dei cicli naturali, si nutre, si sviluppa, si riproduce e muore come gli altri mammiferi. Anche il suo comportamento è qualitativamente riconducibile a quello degli altri animali più simili. La differenza di informazione genetica rispetto a uno scimpanzé è di poco superiore all’uno per cento.

La percezione dell’appartenenza della nostra specie alla Natura avrebbe dovuto essere accolta con grande serenità; era come liberarsi da un peso inutile. Invece non è stato così, o forse non ancora, almeno nella cultura occidentale. Nel linguaggio corrente, nell’etica, nel diritto, l’uomo è ancora considerato in contrapposizione con l’idea di animale. Per inciso, quanto sopra detto non significa necessariamente che l’uomo sia soltanto un animale.Nella cultura occidentale, e quindi ormai in tutto il mondo, ancora oggi la nostra specie non è di fatto considerata una parte della Biosfera, ma come un elemento esterno rispetto al quale si misura ogni valore. Tanto è vero che l’espressione “l’ambiente” sottintende spesso ”l’ambiente dell’uomo”, che resta l’unico riferimento per tutte le considerazioni etiche.

Guido Dalla Casa, autore del libro Ecologia Profonda


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mercoledì 20 gennaio 2010

Sectio Aurea.


In natura diversi tipi di conchiglie (ad esempio quella del Nautilus) hanno una forma a spirale fatta secondo i numeri di Fibonacci. In botanica, la disposizione a frattali degli elementi che compongono le foglie degli alberi, seguono un diagramma logaritmico analogo ai suoni emessi da un monocorda. Nell’arte figurativa e nell’architettura i concetti di Harmonia e delle sue leggi numeriche hanno governato fin dalle civiltà arcaiche sia attraverso la Sezione aurea. sia attraverso i processi di concrescimento di tipo spiralico, meglio conosciuti come serie di Fibonacci.

Ma partiamo dalle origini. Dalla matematica. La sezione aurea, nell’ambito dell’arte e della matematica, così come negli esempi appena citati indica il rapporto fra due grandezze disuguali, delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. Più che definizioni vacue siamo interessati in prima analisi al numero aureo e successivamente alla relazione con la serie di Fibonacci che tanto ritroviamo in natura in moltissime salse.

Stefano Calleri


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domenica 10 gennaio 2010

Cambia il tuo modo di pensare! È nata AltraNatura.





È nata AltraNatura, la rivista on-line che tratta di natura a 360 gradi.
AltraNatura si pone come il punto di riferimento per accedere a nuovi scenari di conoscenza, fornendo una panoramica delle vie di accesso a tutto ciò che è natura: l’ambiente, il corpo, la psiche, lo spirito e non per ultime le terapie naturali. «Natura non è solo il prato fiorito, o il lago di montagna, o il temporale,» spiega il direttore, Francesco Albanese, «Natura è innanzitutto il microcosmo uomo e l’insieme delle relazioni che egli stesso stabilisce con tutto ciò che lo circonda, e più in generale col macrocosmo. Natura è un quadro perfetto, dipinto da segrete armonie.»
Attraverso le sue rubriche, AltraNatura mira a far conoscere al lettore gli strumenti esistenti per entrare in contatto con la Natura e con se stesso, per vivere in armonia con l’Universo. «Sul panorama editoriale non mancano certo riviste che trattano di Natura,» aggiungono Leopoldo Herbst e Leonardo Lovari del comitato di Redazione, «ma ci siamo accorti che la tendenza generale è quella di trattarne solo specifici aspetti. Così il lettore non può che avere della Natura un’immagine frammentata, quando in relatà le cose sono in relazione tra loro molto più di quanto si creda. È necessario un cambiamento di vedute.»
AltraNatura presenta news, articoli, approfondimenti, ma anche soluzioni terapeutiche non tradizionali ai disturbi più comuni, che possano coadiuvare la medicina classica.
AltraNatura è in cerca di autori, per cui la pubblicazione sulla rivista è aperta a tutti i lettori che desiderino collaborare, sotto licenza Creative Commons. «È l’insieme dei neuroni che fa un cervello,» conclude Francesco Albanese, «ed ognuno dà il suo specifico, fondamentale contributo alla trasmissione dell’informazione. Non crediamo nella divulgazione a senso unico, né nella concezione tradizionalistica dell’”io insegno, tu impari”: ognuno di noi ha sicuramente qualcosa di interessante da dire, un punto di vista alternativo, nuovo. Pensiamo che AltraNatura possa realmente cambiare il tuo modo di pensare.»
Da Gennaio 2010, naviga su: www.altranatura.it

Firenze, 10 Gennaio 2010


Leonardo Lovari.


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venerdì 8 gennaio 2010

Il Cambiamento Climatico e gli effetti sui mari.











Gli oceani e ciò che contiene verranno inevitabilmente sottoposti ai cambiamenti delle temperature globali.

Secondo gli scenziati il surriscaldamento globale causerà un innalzamento della temperatura delle acque e del livello del mare.

L’acqua negli oceani è sempre in movimento grazie alle maree, al moto ondoso e alle correnti che sospingono le acque polari verso l’equatore e quelle sudtropicali verso i poli (fenomeno della circolazione termoalina).

La circolazione termoalina è attivato dalle differenze di temperature e di salinità dei mari e una sua componente è il mare del Golfo, che trasmette all’Europa il suo clima mite.

Queste grandi correnti, oltre a causare ciò scritto in precendenza incrementano la capacità degli oceani di assorbire anidride carbonica.

Gli studi più recenti evidenziano un rallentamento della circolazione termoalina tra la Groenlandia e la Scozia.

Nonostante queste correnti hanno funzionato in modo egregio per migliaia di anni, un’analisi dei campioni di ghiaccio estratti sia dal polo Nord che al polo Sud mostrano che in realtà le cose non siano sempre andate in questo modo.

Tutto lascia pensare che, in un passato maggiormente remoto, ci siano state alterazioni della circolazione termoalina, abbinate a repentini e radicali cambiamenti del clima.

La diminuzione del livello di salinità degli oceani, dovuta sia allo scioglimento dei ghiacciai che all'aumento delle precipitazioni, potrebbe alterare le grandi correnti transoceaniche, con disastrose conseguenze sul clima e sull'agricoltura Europea e con impatti su tutti i mari e sulle temperature mondiali.

Nei prossimi cento anni si prevede un aumento del livello medio del mare tra i 9 e gli 88 centimetri, a causa delle immissioni in atmosfera di gas serra. Questo innalzamento dipenderà dal progressivo scioglimento dei ghiacciai e dalla naturale espansione degli oceani, dovuta al fatto che l'acqua aumenta di volume quando aumenta di temperatura. Per quanto possa sembrare ininfluente, anche un innalzamento di pochi centimetri provocherebbe il caos: inondazioni nelle zone costiere, contaminazione delle falde acquifere potabili, aumento del grado di salinità degli estuari sono solo alcuni degli elementi di questo scenario allarmante. Molte delle città sulla costa avrebbero problemi. Risorse essenziali per le popolazioni costiere, come le spiagge, l'acqua potabile, la pesca, la barriera corallina e gli atolli sarebbero a rischio.


Oliver Mongelluzzo


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mercoledì 6 gennaio 2010

Kabbalah - la scienza occulta.



Sebbene le sue origini siano radicate nell’antichità più profonda, dal tempo dell’antica Babilonia, la scienza della Kabbalah è rimasta nascosta all’umanità dal momento in cui apparve più di quattromila anni fa.

Proprio questo occultamento ha convalidato l’immortale fascino della Kabbalah. Celebri scienziati e filosofi di molti paesi, come Newton, Leibniz e Pico della Mirandola, hanno indagato e cercato di capire la scienza della Kabbalah. Comunque, oggigiorno solo pochi sanno cosa sia realmente la Kabbalah.

La scienza della Kabbalah non parla del nostro mondo e quindi la sua essenza sfugge alle persone. È impossibile comprendere l’invisibile, l’impercettibile e ciò che non è stato sperimentato. Per migliaia di anni, all’umanità fu offerta un’ampia varietà di cose sotto il nome della “Kabbalah”: incantesimi, maledizioni e anche miracoli, tutto ad eccezione della stessa scienza della Kabbalah. Per oltre quattro mila anni, la comune comprensione della scienza della Kabbalah è stata alterata con idee sbagliate ed errate interpretazioni. Quindi, innanzi tutto, la scienza della Kabbalah ha bisogno di essere chiarita. Il Kabbalista Yehuda Ashlag definisce la Kabbalah nel suo articolo L’Essenza della Saggezza della Kabbalah nel seguente modo:

«Questa saggezza non è né più né meno che una sequenza di radici che discende nel modo di causa ed effetto attraverso delle leggi determinate e assolute che si congiungono e tendono ad un solo obiettivo molto elevato che viene descritto come la rivelazione della Divinità alle Sue creature in questo mondo».

Le definizioni scientifiche possono essere complicate e ingombranti. Proviamo a esaminare cosa è stato detto qui.

Esiste la Forza Superiore o il Creatore, le forze che governano discendono da questa Forza Superiore nel nostro mondo. Non sappiamo quante forze ci sono, ma questo è davvero privo d’ importanza. Noi viviamo qui nel nostro mondo e siamo creati da una forza superiore che chiamiamo “il Creatore”. Abbiamo familiarità con diverse forze nel nostro mondo, come la gravità, l’elettromagnetismo e la forza del pensiero, comunque, ci sono delle forze di un Ordine Superiore che agiscono restandoci occultate.

Noi chiamiamo la Suprema, Comprensiva Forza – “il Creatore”. Il Creatore è l’insieme di tutte le forze del mondo e insieme il livello più alto nell’ ordinamento delle forze che governano.

Questa Forza Superiore ha dato origine ai Mondi Superiori. Ci sono in totale cinque mondi, più il così detto Machsom, una barriera che separa i Mondi Superiori dal nostro mondo. Dalla Forza Superiore – il Creatore, conosciuto anche come “il Mondo dell’Infinito” (Ein Sof)– le forze discendono attraverso tutti i mondi, dando origine al nostro mondo e agli esseri umani.

La scienza della Kabbalah non studia il nostro mondo e gli esseri umani che vivono in esso come fanno le scienze tradizionali. La Kabbalah indaga tutto ciò che esiste al di là del Machsom.

Il Kabbalista Yehuda Ashlag dice che: «Questa saggezza non è né più né meno che una sequenza di radici che discende nel modo di causa ed effetto attraverso delle leggi determinate ed assolute...» Non c’è niente oltre alle forze che discendono dall’alto in conformità a leggi ben precise. Inoltre, queste leggi, come scrive Ashlag, sono fisse, assolute e onnipresenti. In definitiva, esse sono tutte dirette in modo tale che una persona possa rivelare la Suprema Forza della natura mentre è nel nostro mondo.

Fino a che una persona non rivela completamente questa Forza, fino a che non conosce tutti i mondi che deve ascendere, obbedendo alle stesse leggi come le forze discendenti, e fino a che non raggiunge il Mondo dell’Infinito, quella persona non lascerà questo mondo. Cosa significa “non lascerà”? Questa persona continuerà a rinascere nel nostro mondo, evolvendosi da una vita all’altra fino a raggiungere lo stato in cui si manifesta il desiderio di conseguire la Forza Superiore.


Fonti:http://www.kabbalah.info/it/La_Kabbalah/kabbalah.htm

martedì 5 gennaio 2010

Clima: disegnata la mappa dei cambiamenti.


Ansa.it: 24 Dicembre 2009
Clima, disegnata mappa dei cambiamenti

In molte regioni sono rapidissimi, i luoghi temperati diventano deserti



Disegnata la mappa dei cambiamenti climatici

ROMA - Disegnata la mappa geografica dei cambiamenti climatici, con tanto di velocità a cui essi avvengono in ogni regione, ovvero quanto velocemente una regione con un certo clima acquisisce un nuovo 'status climatico' per colpa del riscaldamento del pianeta.

Mentre il clima corre e i luoghi temperati diventano 'deserti', sale il pericolo estinzione per molte piante e animali che non trovano più nel proprio habitat una 'casa climaticamente accogliente'. Secondo quanto riferito sulla rivista Nature, le zone climatiche si stanno spostando veloci per via del riscaldamento globale, in media al ritmo di 400 metri fino a un chilometro l'anno, lasciandosi dietro la morte di molte specie animali e vegetali che non ce la fanno a stare al passo con i cambiamenti del clima nel loro habitat naturale e, se non riescono a migrare in nuove zone climaticamente accoglienti, sono destinate a soccombere.

La mappa delle velocità dei cambiamenti climatici è il frutto di un lavoro multicentrico che ha coinvolto, tra gli altri, ricercatori dell' università di Berkeley e The Carnegie Institution. Diretta da Healy Hamilton e basata su stime con diversi modelli climatici e di emissioni di CO2, la ricerca mostra che lo spostamento delle fasce climatiche è più rapido nel deserto e nelle zone pianeggianti che non in quelle montagnose.

La velocità del cambiamento climatico è nei deserti 0,71 chilometri l'anno, nelle mangrovie tropicali 0,95 chilometri per anno, nelle praterie e nella savana addirittura 1,26 chilometri per anno. A rischio per questi rapidi spostamenti climatici sono anche molte aree protette del Mediterraneo in cui il clima cambia troppo velocemente per consentire a piante e animali locali di adattarsi o di fuggire alla ricerca di una nuova casa. Circa un terzo degli habitat studiati, inoltre, sta cambiando clima a una velocità talmente elevata che anche la pianta più adattabile non può farcela; inoltre spesso la mano dell'uomo, che ha modificato gli habitat naturali, ha eliminato ogni via di fuga per molte specie, per cui di fatto quando il clima a 'casa' cambierà, vari animali non sapranno dove andare a cercar riparo. Il rischio estinzione, in queste condizioni, è enorme.



Fonte:http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2009/12/23/visualizza_new.html_1648979061.html

lunedì 4 gennaio 2010

Quanto tempo invecchia il parmigiano ?








Quanto tempo invecchia il parmigiano?

Il Parmigiano-Reggiano è un formaggio italiano a pasta dura tutelato dalla Denominazione d’Origine Protetta.

Di conseguenza deve essere prodotto secondo le regole raccolte nel Disciplinare di produzione; l’invecchiamento viene fatto avvenire in “celle di stagionatura” a temperatura e umidità rigorosamente controllata e deve avvenire in modo naturale, senza sostanze aggiunte.

La stagionatura è una fase della lavorazione molto importante per fare acquisire a questo formaggio la sua struttura e il suo caratteristico aroma; durante la maturazione, le naturali trasformazioni enzimatiche modificano la composizione chimica e agiscono sulle caratteristiche organolettiche conferendo al formaggio un livello qualitativo ottimale di consistenza, sapore e odore.

Il periodo minimo d’invecchiamento per potersi fregiare del nome Parmigiano-Reggiano è di 12 mesi.

Secondo gli esperti il parmigiano raggiunge il suo massimo quando invecchia per un periodo di tempo che comprenda due estati, in quanto il caldo rende più intensa la stagionatura.

Pertanto il Parmigiano-Reggiano si definisce “maturo” tra 12 e 18 mesi, “vecchio” quando ha un’età dai 18 ai 24 mesi e “stravecchio” quando va oltre i 24 mesi.

Sono in commercio (ma sono rare) forme di 5 anni e oltre anche se si deve tenere conto che con il tempo le caratteristiche organolettiche raggiunte dal prodotto progressivamente decadono.

2 gennaio 2010

Roberto Pieraccioli



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domenica 3 gennaio 2010

NIGER KEITA PRIMA PARTE COOPERAZIONE ITALIANA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE


AltraNatura Channel
Cambia il tuo modo di pensare.

http://www.youtube.com/user/Altranaturachannel

La desertificazione.








La Desertificazione

La desertificazione è il fenomeno di degradazione del suolo provocato da numerosi fattori, quali variazioni climatiche e attività umane.

Essa ha spesso origine dallo sfruttamento intensivo della popolazione che si stabilisce in un territorio per coltivarlo o per necessità industriali di utilizzo per il pascolo.

La comunità internazionale ha da molto riconosciuto la desertificazione quali uno dei maggiori problemi economici, ambientali e sociali nei vari paesi del mondo.

Questo fenomeno infatti riduce vistosamente la fertilità dei suoli e, di conseguenza, la capacità di un ecosistema di produrre servizi.

Il concetto di desertificazione si è progressivamente evoluto nel corso degli anni nel tentativo di definire una teoria che, seppur caratterizzato da cause locali, sta sempre più assumendo le caratteristiche di un problema globale.

Le cause che maggiormente aiutano al processo di desertificazione sono molte e comprendono, oltre alle attività di deforestazione, sovrapascolo, cattive pratiche di irrigazione e, più genericamente pratiche di uso del suolo non sostenibili, anche alcuni complessi meccanismi relativi al commercio internazionale.

La desertificazione è presente particolarmente nelle zone dell’Africa confinanti col Sahara e i deserti in Arabia e della zona mediorientale.

Altre zone in rischio di desertificazione sono la parte occidentale dell’America del Nord e quella del Sud.

Ultimamente anche il deserto australiano è in notevole espansione.

Nel nostro paese le zone con maggior rischio sono Sicilia, Puglia, Calabria, Sardegna e alcune parti della Basilicata.

I processi di desertificazione sono estremamente diffusi nel mondo tanto che ogni anno circa 6 milioni di ettari hanno un processo irreversibile di desertificazione, le aree a rischio sono state valutate attorno al 35% dell'intera superficie essenziale per poter svolgere determinate attività.



Oliver Mongelluzzo- Subito Verde



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