mercoledì 16 dicembre 2009

La Relazione d'Aiuto nella Società Contemporanea .














L’esistenza sociale della RDA, strutturata in varie forme, non è certamente una novità: secondo i problemi, le necessità e i bisogni, si viene variamente “aiutati” da medici, infermieri, psicoterapeuti, sacerdoti, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti, maestri, professori, formatori dell’industria, esperti del personale aziendale, sindacalisti, allenatori, assistenti sociali, ecc..

(Per quanto riguarda i politici, sono oramai convinto che, fatte salve alcune rare eccezioni, siamo noi ad aiutare loro.)


Ciò che avviene negli ultimi anni (Società Contemporanea) è però un triplice fenomeno, che indica sicuramente un cambiamento:

- Mentre la richiesta di aiuto “tecnico-professionale” rimane pressoché immutata, o quantomeno dettata da motivazioni oggettive (suppongo che gli infermieri stiano crescendo in misura pressoché proporzionale all’invecchiamento della popolazione), la richiesta di aiuto “psico-sociale” va invece crescendo a causa dell’incremento di bisogni consapevoli (lo psicologo e l’assistente sociale vengono sempre più spesso “cercati”, non soltanto “subiti” a causa di circostanze avverse).

- L’aiuto “psico-sociale” si coagula massivamente anche attorno a professionalità dallo statuto ancora incerto: coach, counselor, musicoterapeuti, pranoterapeuti, operatori shiatsu, insegnanti di yoga, maestri di filosofie e religioni orientali, erboristi, naturopati, personal trainer … verrebbe da dire, ironicamente: “Tempi duri per i maghi!”, ma ho l’impressione che continuino a proliferare anch’essi, sebbene presso le classi meno colte.

- Alle professionalità dall’indiscutibile nucleo “tecnico” (medici, avvocati, commercialisti, ecc.) vengono comunque sempre più richieste “competenze relazionali”: utili, cioè, ad individuare bisogni non solo evidenti, ma anche apparenti e latenti … e a soddisfarli mediante una comunicazione cortese, adeguata e mirata alle caratteristiche del singolo cliente. Insomma, ci aspettiamo tutti che un medico sappia diagnosticare ed indicare prognosi e terapia … il valore aggiunto risiederebbe in quella capacità di ascolto che porta i più bravi, aperti e sensibili ad occuparsi non dei sintomi e non soltanto delle malattie, ma anche dell’intera persona.


La presenza di questi nuovi bisogni apre grandi opportunità, sia ai fini dell’occupazione, sia ai fini del benessere collettivo. Non dimentichiamoci, infatti, che la RDA si svolge a beneficio di un cliente (in senso lato: non obbligatoriamente pagante), ma anche a beneficio di chi eroga la prestazione. Sia perché percepisce un reddito (ovvio), sia soprattutto perché si tratta di occupazioni “colte”, “pulite” (in senso fisico) e “non pericolose” (sempre in senso fisico … peraltro, essendo generalmente i clienti molto “richiestivi”, può essere parimenti, o addirittura più alto, il livello di stress … più alto, se confrontiamo queste nuove occupazioni con occupazioni tradizionali – agricoltore, operaio, muratore - che definiamo impropriamente come stressanti, mentre dovrebbero essere – a rigore – definite come “faticose”).

La RDA, insomma, genera lavori e professioni che non possono essere interpretati in modo routinario, ma conservano qualcosa della “missione”. Come suol dirsi: “Bisogna esserci tagliati”. Vale a dire: bisogna avere le caratteristiche personali e caratteriali “giuste”.


In realtà, tali caratteristiche personali e caratteriali possono essere affinate mediante la formazione personale. E del resto, una buona formazione personale è la migliore garanzia che i problemi presentati dai clienti vengano risolti, oppure attenuati (e non certo peggiorati!). Ma quali requisiti dovrebbe avere tale formazione? Cosa garantisce che chi si impegna professionalmente in una qualche RDA sia un professionista competente, e non un ciarlatano?

Il dibattito su questo punto è ovviamente molto acceso, e non può essere neanche accennato in un Articolo. E' altrettanto ovvio, però, che si tratta di un tema assolutamente cruciale.




Gianfranco Domizi-Subito Verde


www.altranatura.it

1 commento:

  1. condivido pienamente le osservazioni in questo articolo.Credo che la formazione sia indispensabile come la selezione accurata dei soggetti che intendono dedicarsi a professioni in cui è indispensabile stabilire una relazione d'aiuto.

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